La data del 25 aprile ha assunto nel tempo una connotazione molto più ampia e complessa rispetto all’originale. Non si tratta più “solamente” della commemorazione della liberazione dell’Italia dal regime fascista e dal nazismo (commemorazione sempre più indispensabile, urgente e doverosa), ma è divenuta l’occasione per una rivendicazione pubblica di un concetto di libertà finalmente più allargato e comprensivo. Di una lotta contro l’oppressione, l’ingiustizia e il fascismo in molte altre loro forme e declinazioni.
Ma se davvero il 25 aprile intende divenire una data in cui si riflette, ci si mobilità e ci si impegna per una reale lotta di liberazione, essa non può più essere parziale come lo è stata sino ad oggi. Il concetto di libertà è assoluto e non può continuare ad essere relegato al solo ambito umano, perché una libertà parziale non è libertà. Tra coloro che anelano a essere liberi e a vivere pienamente la propria esistenza, ci sono miliardi di esseri senzienti non appartenenti alla specie umana.
Fare finta che non esistano è imperdonabile.
E’ necessario dunque aggiungere alla lista delle lotte di liberazione anche quella per la liberazione animale.
Il 25 aprile serve a ricordare che la lotta per la liberazione umana è ancora ben lontana dall’essere conclusa e che quella per la liberazione animale purtroppo non è nemmeno cominciata.
Il 25 aprile è pertanto anche antispecista.
Adriano Fragano
nella foto: spezzone antispecista nel corteo in occasione della Festa della Liberazione a Vicenza, 25 aprile 2019