Libero e “come mangiamo”

Di seguito una lettera pubblica del prof. Bruni Fedi al direttore del quotidiano “Libero” dopo la pubblicazione dell’articolo “Mangi carne? Meriti la galera” del 22 febbraio 2008 a firma di Luigi Santambrogio. Si consiglia di leggere l’articolo che comunque, per chi ha una minima nozione di antispecismo, si commentarsi da solo…


Gentile Direttore,

è comparsa su “Libero”, il 22 c.m., una recensione al libro di Peter Singer: “Come mangiamo”. L’autore della recensione, riferisce quanto esposto dal libro, non confutandolo, ma svillaneggiandolo e, così facendo, svillaneggia tutti i vegetariani, gli animalisti, gli ecologisti, gli antispecisti. Io mi sento personalmente insultato ed ho diritto di replica.

L’autore dell’articolo critica frasi che attribuisce a Peter Singer, ma ammette che nel libro non ci sono. Se non ci sono, come possono essere usate per ridicolizzare il libro, il suo autore, gli animalisti ecc., senza commettere un falso evidente? Come se non bastasse, l’autore dell’articolo, dichiara che quanto Singer ha scritto è: “Un esempio della follia a cui possono arrivare le teorie antispeciste, che sfociano nella sperimentazione eugenetica e nello sterminio abortivo”. Questo è un insulto, non una confutazione.

Le teorie antispeciste, si oppongono all’antropocentrismo, ad un’idea infondata, anche se rassicurante per l’uomo. Pensare che l’uomo abbia, nei confronti degli altri animali, una superiorità incolmabile, è un’assurdità, contraddetta dalle osservazioni scientifiche. L’evoluzione può cambiare la situazione attuale. Così come abbiamo superato il sessismo e concesso che anche le donne avessero l’anima (Concilio di Trento), così come abbiamo definitivamente superato il razzismo (dopo la fine della seconda guerra mondiale), altrettanto oggi dobbiamo renderci conto che la superiorità intellettuale attuale dell’uomo, sugli altri animali, non rappresenta un limite invalicabile e comunque non può in alcun modo dare diritto all’uomo stesso di comportarsi con crudeltà verso di loro. Gli antispecisti si sono semplicemente resi conto che l’uomo non è la “misura di tutte le cose” e, tanto meno, sarà così per l’eternità. Chi dice questo, si arroga il potere di predire il futuro. L’esperienza del passato ci ha mostrato che queste previsioni del futuro sono state sempre clamorosamente sbagliate. Gli antispecisti si oppongono alla crudeltà contro gli altri animali e si oppongono al “principio del più forte”, cioè alla violenza contro i “diversi”. I vegetariani ed i vegani, dal punto di vista etico, dichiarano che uccidere un animale per mangiarlo infligge sofferenze atroci, come è evidente a tutti. Quest’atto, cioè mangiare gli animali, non è necessario, perché  gli aminoacidi contenuti nella carne sono contenuti anche nei vegetali ed in altri alimenti. Anzi, alcuni alimenti, ne contengono di più. Dunque, nessun danno, come affermano tutti i nutrizionisti, viene all’uomo da una alimentazione vegetariana; anzi, alcune malattie sono più rare (arteriosclerosi e tumori) e la vita media si allunga.

Gli ecologisti dichiarano che per produrre un chilogrammo di carne ci vogliono sette chilogrammi di cereali, un metro cubo di acqua, o anche molto più, e una grande quantità di energia. Una superficie agricola che nutrirebbe 25 vegetariani, può nutrire un solo carnivoro. Dunque uccidere, in Italia, 4,5 milioni di buoi; 8 milioni di pecore, 12 milioni e mezzo di maiali; 50 milioni di polli e conigli, non è solo una crudeltà, ma uno spreco di acqua, di energia, di territorio, di antibiotici, di ormoni ecc.. Uccidere da 15 a 50 miliardi (secondo le stime) di animali, ogni anno, al mondo, provoca anche una riduzione delle foreste, un aumento del metano e del Co2 nell’atmosfera, dunque è determinante l’effetto serra, ancor più gravemente della produzione industriale. Evidentemente, decidere come mangiare, non è solo una questione etica, come dice l’articolista sfottendo, ma è una questione pratica di sopravvivenza della specie umana, che l’autore dell’articolo ignora, o ritiene trascurabile. Se l’umanità passasse al vegetarismo, ci sarebbero cibo e acqua per tutti, oltre a minore inquinamento.

L’ultimo aspetto toccato dall’articolista, per insultare chi non pensa come lui, è la sperimentazione scientifica. Questa, non si può fare sugli altri animali, come hanno dichiarato il Brit Med Jou, l’Am Reac Ag, Sapere, ecc. ecc., cioè moltissimi scienziati di primo piano e non alcuni “filosofetti”. La ricerca su animali, non si può fare, perché essi hanno una genetica diversa dall’uomo, dunque danno risposte diverse. Per sapere se quanto si è osservato nelle ricerche su animali, sia o no giusto, è necessario ripetere la ricerca sull’uomo. Quando, del tutto casualmente, le risposte sembrano uguali (ma per saperlo bisogna ripetere l’esperimento sull’uomo!) sono diverse quantitativamente; cioè le dosi efficaci, o dannose sono diverse negli uomini e negli altri animali. Di questi fatti, non trascurabili, l’articolista non sembra preoccuparsi.

Questi sono i fatti dal punto di vista scientifico. Dal punto di vista filosofico risponderà qualcuno più esperto di me: L. Lombardi Vallauri, L. Battaglia, o altri, non certo filosofetti.

Se posso esprimere un’opinione, penso che l’autore dell’articolo si sia preoccupato soprattutto di riaffermare la pretesa superiorità assoluta dell’uomo, cercando di impaurire tutti coloro che conoscono poco questi argomenti e che sono ovviamente la maggioranza. Questa è una ricerca di consenso, una “captatio benevolenzie”, creando dei nemici immaginari (vegetariani, animalisti). Gli antispecisti, gli ecologisti ecc., sono colpevoli di sostenere un’etica meno crudele di quella applicata finora, colpevoli di volere un’etica più scientifica, colpevoli di volere un ambiente di vita meno degradato ed una produzione di cibo che non faccia morire di fame, come avviene ora, un bambino ogni sei minuti. Per questo, l’articolista li addita al pubblico disprezzo come folli che predicano la sperimentazione eugenetica e lo sterminio abortivo.

Chi predica la violenza, ottiene sempre un grande successo. Anche l’articolista, evidentemente, vuole sentirsi superiore a qualcuno, per questo, non potendo dichiararsi razzista o sessista, ha scelto antispecisti, animalisti ecc., oltre naturalmente gli altri animali.

Stia bene.

Prof. Dott. Bruno Fedi
Docente di Urologia
già Primario anatomopatologo

Indirizzo breve di questa pagina: https://www.manifestoantispecista.org/web/2Ttgu

3 Commenti

  1. In tal caso non credo sia assolutamente necessario fare nulla. La risposta di Fedi è più che sufficiente

  2. conosco personalmente il giornalista autore del pezzo; è, o forse era se qualcosa in un annetto è cambiato non so, addirittura vicedirettore del giornale, quindi la risposta ottima di Fedi tocca nel vivo la testata di Libero. E’ il padre di uno di noi di Milano e posso affermare con certezza che la coerenza e la determinazione con cui il figlio porta avanti il suo distacco dai dettami di famiglia è il vero motivo di tanta acredine verso gli antispecisti. Questo giusto per fornire una parziale spiegazione degli antefatti. se qualcuno considerasse produttivo contattare il soggetto potrei tramite il ragazzo fargli arrivare delle richieste di replica o spiegazioni, che magari, nella migliore delle ipotesi, potrebbero trovare spazio sul giornale alla luce anche della risaputa posizone di Feltri. Dire animalista di lui, un personaggio del genere… è quantomeno inappropriato; neppure zoofilo sarebbe un termine adatto… se è vero almeno che, come noi, gli emigranti sono animali. Fatta questa segnalazione, da parte mia non so se è il caso di insistere con chi addossa i rancori dei suoi insuccessi di vita alle idee che condividiamo e che certo non passano da bigotti come lui.

  3. Concordo con Adriano: Luigi Santambrogio è la dimostrazione di quanto gli umani siano inferiori agli animali.
    Lo dico da “specista” (specista al contrario, ovviamente).
    Passatemi la provocazione e lo sfogo, suvvia…

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