Dal ritornello di una celebre canzone di Giorgio Gaber alle precisazioni su destra, sinistra e antispecismo su Veganzetta
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Carlo il 3 aprile 2012 alle 03:16
mi dispiace, ma sono fortemente in disaccordo con l’articolo e con il dossier.
probabilmente l’estrazione politica di chi scrive è troppo distante dalla c.d. destra per sapere che non esistono solo le destre conservatrici e reazionarie.
così come con il termine sinistra non si intende necessariamente una politica marxista… con destra si intende una pleiade di dottrine, di idee, di spunti e di opinioni politiche estremamente varie.
esistono – per citare alcuni esempi – una destra liberale (leggendo Locke si possono trovare prodromi di antispecismo) ed una destra repubblicana (Giuseppe Mazzini ne è stato un celebre esponente); in entrambi i casi il cuore della politica è l’etica della libertà, ed in entrambi i casi chiaramente in linea con l’etica antispecista.
di sicuro questi due esempi di pensiero politico c.d. di destra (ce ne sono molti altri, da Nietzsche ad Alain de Benoist e Konrad Lorenz) si sposano meglio con l’antispecismo rispetto alla dottrina marxista, dove la dissoluzione delle classi viene cercata nella loro identità artificiale (non può esistere un concetto che vada oltre la specie, se si resta ancorati alle classi sociali: non sono mai esistite mucche proletarie o cinghiali borghesi).
ed è ancor più sicuro che si sposino meglio rispetto alle dottrine politiche cristianodemocratiche, trasversali (e fortemente presenti a sx in tutta l’europa) ideologicamente speciste.
trovo quindi estremamente contraddittorio e miope il voler rinchiudere una posizione etica all’interno di una posizione politica, e ancora più contraddittorio volerla confinare in un’intera area politica (per esclusione, in questo caso) concetto più stretto e fragile.
sostenere che l’antispecismo non sia “di destra” ritengo sia sbagliato quanto sostenere che sia “di sinistra”.
questa è la mia opinione da antispecista (con idee politiche liberali e forti simpatie per le teorie della decrescita serena), in attesa che le categorie destra/sinistra si esauriscano definitivamente per lasciare spazio a categorie più sensate ed attuali.
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Veganzetta il 19 aprile 2012 alle 22:04
L’analisi di Carlo è senza dubbio interessante, ma è necessario ancora una volta sottolineare che la questione destra-sinistra e antispecismo non è questione che si possa liquidare rintracciando nel pensiero di autori di destra punti di contatto con l’antispecismo e nel contempo evidenziando le distanze dallo stesso di pensatori di sinistra. La realtà è molto più complicata innanzitutto perché sempre e comunque si ha a che fare con pensieri antropocentrici (sia di destra che di sinistra), e ciò ci porta a considerare la questione (o meglio la diatriba) sotto un altro punto di vista molto più generale: cosa contraddistingue l’idea della destra e cosa l’idea della sinistra? E quali delle due sono possibilmente compatibili con il pensiero antispecista?
E’ vero che se consideriamo la questione animale non si può certo dire che le società, le istituzioni, i partiti e i movimenti di sinistra siano stati migliori di quelli di destra: la storia della nostra specie è costellata di testimonianze che dimostrano la crudeltà con cui le popolazioni umane hanno trattato – e trattano – le altre popolazioni di viventi a prescindere dal tipo di società e orientamento politico.
Il punto focale della questione è l’idealità, o meglio l’idea: quali sono i fondamenti etici della destra, e quali quelli della sinistra? Il tutto evitando declinazioni politiche, modelli sociali, economici e culturali che tali idee hanno saputo produrre nel tempo.
Ciascuno può avere una sua interpretazione a riguardo, nel dossier “Antispecisti di destra?” riportiamo la definizione che un intellettuale di destra (Marcello Veneziani) fa della destra e della sinistra:
Diciamo subito che in effetti si sono confuse destra e sinistra, negli ultimi tempi. Però, a voler essere più precisi, quello che distingue oggi la destra dalla sinistra è che la destra crede molto alle radici, ai valori di un radicamento, mentre la sinistra crede molto ai valori di liberazione, di emancipazione.
Credo che questo sia lo spartiacque (1)
Ma si può ricorrere ad altri intellettuali che si sono occupati della problema della definizione di destra e sinistra. Alla domanda di quali qualità dovrebbe avere un uomo politico di sinistra (non che ci interessi minimamente come deve essere un politico di sinistra, ma la citazione può essere utile per chiarire i concetti di cui si sta discutendo), Norberto Bobbio in un’intervista rispose:
Io ritengo che il politico di sinistra deve essere in qualche modo ispirato da ideali, mentre il politico di destra basta che sia ispirato da interessi: ecco la differenza. (2)
O anche nel suo libro “Destra e sinistra” (3) Bobbio indica sostanzialmente i due concetti di base che scindono la visione della società in due parti: la sinistra cerca sul piano morale e politico ciò che rende gli uomini uguali o ciò che può ridurre le disuguaglianze; la destra pensa che le disuguaglianze siano ineliminabili e anzi che non se ne debba necessariamente auspicare la soppressione ( http://metaclub.blogspot.it/2007/10/che-cosa-significa-essere-di-destra-o.html ).
Il concetto di uguaglianze e disuguaglianza nel caso del pensiero classico di destra e di sinistra ovviamente è solo limitato alla sfera dei diritti umani, ma ci sono delle lodevoli ed interessanti eccezioni (come gli esponenti della Scuola di Francoforte e molti altri pensatori europei per quanto riguarda la sinistra), questo però non ci deve fermare nel considerare quale delle due concezioni della società possa essere idealmente più vicina alla filosofia antispecista: secondo noi, l’idea dell’uguaglianza, del rinnovamento, dell’emancipazione e della liberazione di sinistra è quella concettualmente più vicina. E questo non per una qualsiasi volontà di apparentamento o avvicinamento a partito politici, ma solo per una esigenza di chiarezza e per una indispensabile presa di posizione.
Per quanto riguarda il mare magnum del panorama politico e culturale che esiste tra la destra e la sinistra, tutto dipende dal concetto che abbiamo di uguaglianza e giustizia: il confine è labile e ampiamente modificabile, per cui uno stesso autore può essere considerato di destra da alcuni e di sinistra da altri. Lo stesso Bobbio nella sua analisi ammette l’esistenza di questo confine mobile, che a maggior ragione sussiste in una società multiforme e complessa come la nostra, dove tutto si mescola e non esistono tinte forti e decise, ma infinite sfumature. I due concetti quindi si compenetrano e inoltre bisogna tener conto del fatto che da sempre gli estremi tendono a somigliarsi. Ecco il motivo dei molti problemi identitari non solo in ambito antispecista.
Concludendo: se l’antispecismo tende a una nuova società rivoluzionata in cui i modelli esistenti non saranno più considerati validi perché si tende a costruire una società libera e orizzontale, i richiami etici e filosofici non possono che provenire da istanze che tendono a conservare, a preservare e a considerare la disuguaglianza non un arricchimento e un valore, ma una discriminazione. Il fatto che questo dualismo non ben definito venga chiamato destra e sinistra non ha alcuna importanza, perché se l’aspirazione alla liberazione dell’Umano e dell’Animale, all’emancipazione degli individui (chiunque essi siano) e la loro completa realizzazione, se la lotta contro il dominio e la logica del diritto del più forte si chiamassero “destra”, allora è ovvio che idealmente l’antispecismo sarebbe vicino alla destra.
Note:
1) RAI Educational – Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, Il Grillo (5/12/1997) Marcello Veneziani: I valori nella cultura di Destra, http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=33.
2) Tratto dall’intervista “Che cos’è la democrazia?” – Torino, Fondazione Einaudi, 28 febbraio 1985
http://www.emsf.rai.it/aforismi/aforismi.asp?d=28
3) Norberto Bobbio, Destra e sinistra. Ragioni e significati di una distinzione politica, Donzelli editore, Roma 2004
Secondo Bobbio la sinistra si distingue dalla destra per gli ideali di eguaglianza. Come mai nel nostro paese, attualmente governato da una sinistra erede di un prestigioso PCI, (e con all’opposizione una destra partorita da un influente PSI) la forbice tra ricchi e poveri è troppo divaricata, gli stipendi dei politici sono i più alti del globo, ma soprattutto i salari dei lavoratori sono tra i più bassi dell’occidente?
O l’egualitarismo di sinistra è una favola o tutte le sinistre italiane si sono bevute il cervello!
In realtà la discriminante tra destra e sinistra non passa per l’asse eguaglianza/diseguaglianza ma è riconducibile a due ossessioni:
– la prima (il tormento della destra) è la fobia verso gli elementi percepiti come incompatibili con i modelli in uso nella società;
– la seconda (l’assillo della sinistra) è l’intolleranza nei confronti dei modelli che appaiono imposti dalla società.
BIASIMO INVERSO