Cosa vuol dire essere persone umane antispeciste?

Di seguito pubblico una proposta di introduzione all’antispecismo da considerarsi come stimolo per successive revisioni. Si attendono commenti, modifiche, critiche e proposte.


Revisione 1.1 della prima versione del 2007
(nrd: sono state recepite alcune osservazioni su violenza, democrazia ed antisemitismo)
10 gennaio 2008

“L’antispecismo è il movimento filosofico, politico e culturale che si oppone allo specismo. Come l’antirazzismo rifiuta la discriminazione arbitraria basata sulla diversità razziale umana, l’antispecismo respinge quella di specie e sostiene che la sola appartenenza biologica ad una specie diversa da quella umana non giustifica moralmente o eticamente il diritto di disporre della vita, della libertà e del lavoro di un essere senziente.
L’approccio antispecista ritiene – che le capacità di sentire (di provare sensazioni come piacere e dolore), di interagire con l’esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti sociali, non siano prerogative esclusive della specie umana;
– che l’attribuzione di tali capacità agli animali non umani comporti un cambiamento essenziale del loro status etico, da equiparare a quello normalmente riconosciuto agli individui umani;
– che da ciò debba conseguire una trasformazione profonda dei rapporti tra individui umani ed individui non umani.”

Questa breve definizione indica alcuni punti chiave che chi ritiene di potersi definire antispecista deve tenere in considerazione:

1) L’antispecismo è un movimento filosofico, politico e culturale, pertanto chi abbraccia la visione antispecista si adopera per la sua diffusione attraverso la trattazione filosofica del problema, si propone di assumere atteggiamenti e comportamenti tali da poter influenzare la società umana attraverso una visione politica dell’antispecismo, e si propone di attivarsi tramite iniziative culturali, sociali e personali per il raggiungimento di uno scopo ultimo: la creazione di una nuova società umana più giusta, solidale, libera e compassionevole che potremmo definire a-specista (senza distinzioni e discriminazioni di specie). L’attivista antispecista non può quindi considerarsi a-politico nel senso più stretto del termine, in quanto l’azione politica è uno degli esercizi fondamentali dell’antispecismo atti al cambiamento della società umana.

2) L’antispecismo si oppone allo specismo inteso come pensiero unico dominante nell’attuale società umana concepita come verticistica, basata sulla legge del diritto del più forte e sulla repressione del più debole, orientata alla difesa dell’interesse personale e del patrimonio, a discapito dei diritti, dell’uguaglianza e della solidarietà nei confronti dei più deboli tra gli animali (animali intesi come umani e non umani). L’antispecismo, pertanto, non è un movimento che intende riformare la società umana moderna, ma cambiarla radicalmente eliminandone le spinte discriminatorie, liberticide, violente nei confronti dei più deboli, antidemocratiche, autoritarie ed antropocentriche. In una sola parola rivoluzionandola.

3) Come l’antirazzismo rifiuta la discriminazione arbitraria basata sulla diversità razziale umana, l’antispecismo respinge quella di specie. Le radici culturali, morali, filosofiche e politiche dell’antispecismo sono di derivazione diretta dalle lotte sociali per l’affrancamento dei più deboli tra gli umani, ed il riconoscimento dei loro diritti fondamentali. L’antispecista, pertanto, non solo si batte per l’eliminazione delle discriminazioni dovute alle fittizie e strumentali barriere di specie innalzate dall’umano per sottrarsi ai suoi doveri nei confronti della natura e delle altre specie; ma assume come elementi base il riconoscimento dei pieni diritti dell’umano a prescindere da sesso, religione, orientamento sessuale, condizioni fisiche e mentali, ceto, etnia, nazionalità etc… L’antispecismo deve essere considerato una naturale evoluzione del pensiero antirazzista, antisessista, antimilitarista e pertanto anche in assoluta antitesi con xenofobia, discriminazioni sessuali, sociali, etniche, culturali, religiose, ed in generale con il fascismo ed i totalitarismi di qualunque orientamento politico o natura in quanto fautori dell’ideologia del dominio e della repressione. L’azione antispecista mira dunque nell’immediato alla tutela degli interessi degli animali non umani (in quanto privi di parola, di diritti e di status privilegiati), ma con il pieno riconoscimento dei diritti dei più deboli tra gli umani. L’attivista antispecista è moralmente tenuto ad impegnarsi nel quotidiano contro ogni tipo di ingiustizia e di prevaricazione nei confronti dei più deboli o svantaggiati, siano essi umani o non umani. Le attenzioni verso gli umani e verso l’ambiente e la Terra sono da considerarsi parte integrante della lotta per la liberazione degli animali non umani, e viceversa.
L’attivista antispecista pone molta importanza alla pratica personale ed alla coerenza, conseguenza diretta di ciò è l’applicazione dei principi antispecisti alla propria vita quotidiana attraverso ad esempio la pratica del veganismo etico, del consumo critico, del boicottaggio, riciclo, riuso e riutilizzo di merci beni e servizi, e di tutte le altre pratiche utili al raggiungimento del minor impatto possibile sulle altre specie animali, sulla propria e sull’ambiente.
Lo stile di vita vegano non è da considerarsi come obiettivo, ma meramente un mezzo per il raggiungimento del fine ultimo dell’antispecismo: una nuova società umana liberata ed a-specista capace di rispettare e di vivere in armonia con le altre specie viventi. Tale fine è possibile attraverso la lotta per la liberazione animale (umana e non umana).

Ogni visione riformista, conservatrice, reazionaria o repressiva ed in generale tesa alla tutela della conservazione dello stato di fatto della società umana basata sui privilegi dell’antropocentrismo, è aliena ed antitetica alla visione antispecista. Ogni dottrina, filosofia, politica, religione basata sullo specismo e l’antropocentrismo (l’assunto che l’essere umano per i più svariati motivi ha un valore intrinseco maggiore rispetto alle altre specie) è combattuta dalla nuova visione antispecista.


Alcune altre definizioni utili:


Antropocentrismo
L’antropocentrismo (dal greco άνθρωπος, anthropos, “essere umano”, κέντρον, kentron, “centro”) è la tendenza – che può essere propria di una teoria, di una religione o di una semplice opinione – a considerare l’umano, e tutto ciò che gli è proprio, come centrale nell’Universo. Una centralità che può essere intesa secondo diversi accenti e sfumature: semplice superiorità rispetto al resto del mondo animale o preminenza ontologica su tutta la realtà, in quanto si intende l’umano come espressione immanente dello spirito che è alla base dell’Universo.


Specismo
Lo specismo è una filosofia antropocentrica nella concezione dei diritti degli animali non-umani. Il termine fu coniato da Richard Ryder per riferirsi alla convinzione antropocentrica che gli esseri umani godano di uno status morale superiore (e quindi di maggiori diritti) rispetto agli altri animali. L’intento di Ryder era quello di porre in evidenza le analogie fra lo specismo e il razzismo, dimostrando che le motivazioni filosofiche per condannare queste due posizioni sono analoghe. Il termine specismo viene usato comunemente nel contesto della letteratura sui diritti animali (per esempio nelle opere di Peter Singer e Tom Regan).
Fra le variabili giustificazioni dello specismo alcune possono essere:

– la replica dei meccanismi naturali di lotta fra specie la negazione dei meccanismi naturali di selezione e competizione all’interno della specie
– la concezione di diritto attribuibile soltanto ad un essere umano raziocinante

– la non consapevolezza della propria esistenza di tutti gli animali non umani

Tale protezione viene estesa anche gli umani che non rientrerebbero in alcune delle categorie sopra citate, ma comunque appartenenti alla specie umana (neonati, handicappati mentali, malati in coma). Gli antispecisti ritengono che la morale e l’etica comune, come anche lo Stato Italiano e le altre istituzioni europee, siano ad oggi contraddistinti da una filosofia specista.

Adriano Fragano

Indirizzo breve di questa pagina: https://www.manifestoantispecista.org/web/XzA2x

Un commento

  1. Revisione 1.1
    (sono state recepite alcune osservazioni su violenza, democrazia ed antisemitismo) e inoltre si cercherà di utilizzare un linguaggio il più possibile inclusivo e rispettoso delle altrui identità (umane e non).
    A questo proposito si segnala un documento interessante di Alma Sabatini.

    10 gennaio 2008

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