A volte (ma solo in particolari casi) l’antispecismo può diffondersi anche attraverso i gusti, i profumi e i colori della cucina vegetale. Per principio ho sempre evitato di accostare questi due mondi, ma una volta tanto è opportuno fare una doverosa eccezione. Esiste a Savona un ristorantino molto particolare sin dal nome: in’Unzaja. Trattasi di un luogo d’incontro e degustazione di cibo etico e vegetale, fondato e gestito da un piccolo ma agguerrito gruppo (Anna, Michele, Elia e la cagnolina Shiva) che in precedenza aveva dato vita all’esperienza dei Veganierranti.
Vi parlo dell’associazione Veganierranti perché ho avuto la fortuna di conoscerla nel 2016 quando fui invitato a presentare il libro “Proposte per un Manifesto antispecista” presso la libreria Ubik di Savona. In quell’occasione Anna, la portavoce e anima dei Veganierranti, mi illustrò il loro attivismo e le varie iniziative. Nel 2018 il progetto ormai decennale si trasformò e da errante divenne (forse) sedentario, con l’apertura nel centro della città di Savona di in’Unzaja. Tra le mura di quel luogo non solo si cucina, ma si fa cultura e si divulgano i principi dell’antispecismo in ogni modo possibile. Uno di questi mi ha davvero sorpreso, ed è il motivo del presente articolo: ogni volta che viene proposto un nuovo menù, esso viene scritto su una lavagnetta appesa ad una parete, fotografato e pubblicato sulla pagina facebook del locale. Nella fotografia, ai piedi della lavagnetta compare immancabilmente una copia del libro “Proposte per un Manifesto antispecista”, come se fosse parte integrante del menù. Insomma si potrebbe ben dire: pane e antispecismo.
Non capita tutti i giorni di vedere un proprio libro (non di cucina) come parte di un menù, per questo ringrazio con tutto il cuore lo staff di in’Unzaja e in particolar modo la vulcanica Anna. Ad maiora!
Adriano Fragano