Fonte: Coordinamento Fermare Green Hill
Processo contro chi ha liberato i beagle di Green Hill
Il 28 aprile 2012 ha segnato la storia del movimento animalista italiano e non solo.
Quel giorno incredibile sono stati liberati, in pieno giorno, 70 beagle da Green Hill, il tristemente famoso allevamento di cani destinati alla vivisezione.
Una liberazione avvenuta in pieno giorno, decine di persone scavalcavano la recinzione per portare in salvo quei cani.
Lunedì 26 maggio si terrà una delle ultime udienze del processo contro le 13 persone arrestate quel giorno.
In questo momento così importante cogliamo l’occasione per rivendicare fino in fondo la giustizia di quell’azione straordinaria. Quanto accadde non fu un caso. Ma qualcosa che doveva accadere proprio in quel momento, all’apice della campagna “Altrimenti ci arrabbiamo” che avevamo lanciato il mese precedente. Era il momento perfetto, con tutta Italia a sostegno della nostra campagna e inorridita da quel lager.
Noi, come probabilmente mille altri, volevamo che accadesse e facemmo tutto il necessario affinché quel sogno diventasse possibile e reale.
Deviando il corteo, portando la folla sotto i cancelli e oltre le reti di Green Hill, per trasformare un semplice corteo in uno storico momento di liberazione.
Fino a quando giustizia e legge non coincideranno saremo pronti a scavalcare le reti e far accadere altri 28 aprile, e altri 20 aprile, quando ad essere liberati furono, dallo stabulario del Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Milano, 400 topi ed un coniglio.
Aver dato a degli esseri viventi libertà e una vita lontano dalle torture dei laboratori, nella società in cui viviamo, rende le persone arrestate allora a Montichiari condannabili per furto, danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e, per due di loro, anche rapina impropria per essersi rifiutati di restituire i cani agli agenti che li avevano fermati.
Sono stati definiti eroi. Ma il loro gesto è quanto di più naturale e spontaneo dovrebbe avvenire di fronte alla possibilità di poter dare libertà a un essere vivente. E’ stato la scelta di non rimanere semplicemente passivi spettatori di quel momento incredibile, passando all’azione in prima persona oltre quelle reti, aprendo le gabbie ai cani prigionieri.
Il nostro sostegno e supporto va a quelle persone che hanno pensato solamente alla libertà che potevano dare a quei cani, passandoli uno dopo l’altro sopra il filo spinato in una continua corsa dentro e fuori dai capanni, finché gli è stato possibile.
Il nostro sostegno e supporto va però soprattutto a chi, nonostante le conseguenze legali, rivendica pienamente la liberazione di quei cani come gesto giusto e da ripetere, affinché per gli animali ci siano altri 28 aprile.
Diffondiamo quindi con piacere l’appello di Luana, una delle persone imputate, che invita tutti e tutte a partecipare all’udienza di lunedì 26 maggio per dare il proprio sostegno.
Verso la chiusura del processo delle 13 persone imputate per la liberazione a Green Hill
Si ricorda che il 26 Maggio 2014 alle ore 11 presso il Tribunale di Brescia, si terrà un’udienza fondamentale del processo contro le 13 persone attiviste coinvolte nella liberazione dei Cani Beagle dal lager di Green Hill avvenuta il 28 aprile 2012. L’udienza prevede l’interrogatorio delle 13 persone imputate, e sarà l’ultimo appuntamento giudiziario prima della sentenza prevista per metà giugno. La sentenza verrà emessa pochi giorni prima dell’inizio del processo contro Green Hill che vede quattro imputati accusati di animalicidio e maltrattamento.
L’azione del 28 aprile 2012 ha rappresentato un momento importante per il movimento antispecista e liberazionista mondiale, e come tale andrebbe sostenuta, e rivendicata, da chiunque creda che non si possa lasciare la vita e la libertà di esseri senzienti a disposizione d’interessi economici e leggi che considerano la schiavitù, lo sfruttamento, la tortura e l’uccisione come pratiche da tutelare.
Sarò all’interno del Palazzo di Giustizia per ribadire la mia opposizione a leggi ingiuste, e rilanciare azioni di solidarietà a tutte le persone non umane che subiscono un sistema di leggi ingiusto e crudele.
Come imputata sono costretta a essere giudicata da un tribunale che riconosce in quest’azione di liberazione una serie di reati che vanno dalla violazione di proprietà privata, al furto, al danneggiamento. La mia presenza vuole essere un sostegno esplicito alla liberazione animale come atto giusto e necessario. Giusto perché le persone non umane hanno diritto, come qualunque Umano, a vivere una vita piena, libera, all’interno delle loro relazioni sociali e affettive. Necessario perché lo sfruttamento degli Animali è previsto, giustificato e normato dalle leggi che regolano la nostra società. La nostra volontà nel portare soccorso, pertanto, non può che manifestarsi anche con azioni di liberazione che divengono immediato sostegno, e nuove possibilità per esseri senzienti che desiderano la libertà.
Quello del processo in corso è un momento fondamentale per creare un elemento di rottura con un sistema che non riconosciamo come giusto.
Per i motivi di cui sopra si chiede a tutte le realtà e individualità che riconoscono nella liberazione Animale un atto diretto di giustizia, di sostenere tali rivendicazioni nel modo che ritengono più appropriato.
Luana Martucci