Processo Green Hill: considerazioni sulla seconda udienza

Fonte Veganzetta


18 aprile 2014

Il 25 marzo 2014 si è tenuta la seconda udienza del processo per la liberazione dei Cani di Green Hill. L’udienza era dedicata alla deposizione delle testimonianze dei testi dell’accusa, quindi: Polizia Locale, Digos, Carabinieri, direzione del lager, responsabile veterinario della struttura. Io ero presente in aula unitamente al mio avvocato. Presente ovviamente anche la difesa di Green Hill.

Il PM ha rinunciato a numerosi testi precedentemente chiamati a deporre, e si è concentrato soprattutto sulle testimonianze del Capitano dei Carabinieri Fabrizio Massimi, del dirigente della Digos di Brescia, Vice Questore Aggiunto Giovanni De Stavola, di alcuni agenti della Polizia Locale di Montichiari, che unitamente ad alcuni Carabinieri (anch’essi ascoltati in aula) hanno proceduto agli arresti delle persone imputate nel processo.
Al termine della mattinata sono stati ascoltati anche il responsabile veterinario e il direttore di Green Hill di Montichiari.

Dalle deposizioni è emerso un quadro interessante della situazione: sia Massimi che De Stavola (soprattutto quest’ultimo) hanno escluso la volontà dei manifestanti di aggredire o nuocere agli agenti presenti; De Stavola si è spinto oltre affermando – senza alcuna sollecitazione da parte di nessuno, PM compreso – che “non c’era propensione violenta verso le forze dell’ordine”. Tale affermazione pronunciata dal responsabile operativo della Digos è di assoluto rilievo: non c’è evidentemente volontà politica a perseguire le persone accusate con reati penali derivanti da eventuali azioni violente contro gli agenti, De Stavola, infatti, sostiene che ha ravvisato un “clima di ribellismo contro l’allevamento e non contro la Polizia”.
Lo stesso PM non ha dimostrato volontà di approfondire questioni quali possibili violenze o resistenze contro gli agenti presenti, da parte degli imputati, calcando invece la mano sui danni materiali alle strutture del lager. Tale posizione non è invece quella tenuta dai Carabinieri, che durante la deposizione hanno parlato di presunti atti di resistenza degli imputati durante gli arresti.

Nessuno dei testimoni dell’accusa ha visto le persone imputate aprire le gabbie dei Cani nei capannoni, come nessuno ha visto materialmente gli imputati tagliare, rompere o danneggiare le recinzioni o i serramenti della struttura. Dalla deposizione degli agenti della Polizia Locale di Montichiari presenti il 28 aprile, si evince una situazione di totale confusione all’atto dell’arresto di alcuni imputati che si stavano allontanando con alcuni Cani: gli agenti infatti non sono stati nemmeno in grado di specificare chi si era occupato dei Cani recuperati, e quale procedura venne seguita per riconsegnarli al lager da dove erano stati liberati. Gli agenti di Polizia Locale di Montichiari Omar Pezzaioli e Andrea Rebuffoni, hanno riferito di ricordarsi di aver visto tre Cani beagle in caserma, successivamente riconsegnati al lager di Green Hill senza aver steso preventivamente alcun verbale, né averli identificati.
La medesima confusione si riscontra nelle cifre riguardanti la partecipazione alla manifestazione a Montichiari: secondo i Carabinieri 3.000, secondo la Polizia 1.000, 1.200 persone.
Stesso metodo spannometrico viene usato per la presenza degli agenti in campo: De Stavola riferisce anche che sul posto erano presenti 60-80 agenti, più la Polizia Locale di Montichiari.

Per quanto riguarda la testimonianza di Roberto Bravi e Renzo Graziosi, rispettivamente direttore della sede operativa di Green Hill di Montichiari, e responsabile veterinario, si sottolineano i dati da loro forniti riguardanti i danni subiti e i Cani liberati.
Oltre alle reti tagliate, ad alcune vetrate dei capannoni infrante, e a delle serrature forzate, il direttore parla di danni materiali, secondo un’ultima stima, per un totale di 267.000 euro: mille euro a Cane per i 70 Cani liberati (di cui tre fattrici restituite) per un totale di 67.000 euro, e 200.000 euro riguardanti danni alle strutture e come risarcimento per la perdita di ulteriori 20 Cani; a tale proposito è necessario aprire una parentesi per riportare che il veterinario (dott. Graziosi) ha parlato dello scoppio di un focolaio di parvovirosi canina nel lager, che ha causato – a suo dire –  l’infezione di 100 cani di cui 20 sono successivamente morti. A detta del veterinario il virus della parvovirosi canina è stato veicolato dalle persone che si sono introdotte nei capannoni, in che modo non è dato sapere. La presenza del virus è stata documentata da esami autoptici disposti sul corpo di alcuni cuccioli deceduti inviati all’Istituto Zooprofilattico di zona. Incredibile a dirsi ma pare inoltre che alcuni Cani siano morti perché una volta fatti uscire dalle gabbie, hanno bevuto del liquido disinfettante presente nei capannoni.  Alla domanda sulla presenza di un eventuale protocollo di sicurezza per il trattamento di liquidi pericolosi nel lager, il veterinario ha risposto che non ne esistono.
Il direttore della sede operativa ha rimarcato che il danno economico alla struttura è stato ingentissimo dato che la “produzione” che in passato prevedeva un numero totale di Cani annuo pari a 2.000 – 2.500, risulta ferma da ben due anni, dato che la struttura ha chiuso i battenti come è noto.

Una particolarità sorta durante la deposizione di Bravi è l’esistenza di un fantomatico “programma di donazioni” di Green Hill: pare si trattasse di un programma che prevedeva la cessione di Cani non adatti alla vendita per la vivisezione, a non precisate associazioni per la tutela degli Animali situate all’estero. Su questo punto non è stato possibile indagare oltre, la speranza è che la questione venga ripresa durante lo svolgimento dell’imminente processo contro Green Hill che comincerà in giugno.

La linea di condotta che intendo seguire è quella di evidenziare la valenza politica dell’atto di liberazione che è stato portato a termine, questo nonostante pare ormai chiaro che il processo sia stato incanalato verso una mera richiesta di risarcimento danni; ciò, che parrebbe un elemento positivo, è del tutto deleterio, perché non viene lasciato alcuno spazio alla trattazione delle motivazioni etiche e politiche di quanto si è verificato a Green Hill.

La prossima udienza è stata fissata per il 26 maggio alle ore 11.00, e sarà dedicata al nostro interrogatorio e controinterrogatorio, e ai testimoni della difesa.

Luana Martucci

Indirizzo breve di questa pagina: https://www.manifestoantispecista.org/web/bnTXb

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