Fonte: Veganzetta
Prospettive per lo svelamento di un paradigma anti-antropocentrico
Come scrive Carlo Ginzburg a conclusione di un testo che tutti, “prima di morire”, dovrebbero leggere, “la firasa, cioè la capacità di passare in maniera immediata dal noto all’ignoto sulla base di indizi, secondo il vocabolario dei sufi, è l’organo del sapere indiziario, intuizione bassa, radicata nei sensi. Lega strettamente l’animale uomo alle altre specie animali.”(1) Secondo l’autore, l’Animale medico, paleontologo, geologo, giurista, storico, astronomo, procede in queste discipline indiziarie, solo marginalmente contaminate dal paradigma scientifico galileiano ( ad eccezione dell’astronomia e della medicina scientifica accademica meccanicistica-riduzionistica contemporanea), seguendo un metodo che non sarebbe improprio definire divinatorio, semeiotico, o, in termini epistemologici attuali, congetturale, non diversamente, quindi, dagli altri Animali, Zecche e Tafani compresi. Infatti, nelle loro attività quotidiane, Gufi e Cinghiali interpretano segni, tracce, impronte, registrazioni, suoni, rumori, odori, così come i medici galenici e ippocratici o taoisti agopunturisti e olisti interpretano i sintomi dei pazienti ( come dice Ippocrate, non ci sono malattie, ma singoli malati che vanno curati secondo terapie caratterizzate da una prospettiva altamente individualizzante e non sistematica). Continua a leggere