Come chiunque si accinga a cominciare un’opera, anche l’antispecista ha bisogno di una serie di attrezzi che lo aiutino a portarla a conclusione nel migliore dei modi.
Come chiunque si accinga a cominciare un’opera, anche l’antispecista ha bisogno di una serie di attrezzi che lo aiutino a portarla a conclusione nel migliore dei modi.
Sempre con l’intendo di fornire informazioni e spunti utili per l’approfondimento della tematica antispecista, si pubblicano una serie di testi derivanti dal 1° Seminario Antispecista tenutosi nel 2006 e curato da Oltre la specie.
Di seguito (dopo l’introduzione) potrete scaricare e leggere gli atti del seminario.
Sarebbe interessante avviare un confronto sulla base degli stimoli di tali scritti per poter avviare la costruzione di una serie di principi comuni.
Una ipotetica futura società umana aspecista dovrà ovviamente essere amministrata. La vita pubblica sarà (per motivi di egualitarismo e di giustizia) nelle mani dei singoli membri della società stessa. La vita sociale necessita di continue decisioni, talvolta di estrema importanza e gravità, per poter funzionare al suo meglio, e in una società umana liberata nessuno dei suoi membri dovrà/potrà essere escluso, dato che ogni decisione, potrà avere delle ricadute dirette o indirette sul singolo.
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Che economia ci sarà in una società umana ecologica e come si organizzeranno le comunità libere? Ecco l’opinione di un ecologista sociale. Buona lettura.
28 luglio 2005 – Peter Staudenmaier
Fonte: www.arivista.org
A rivista anarchica anno 35 n. 310 – estate 2005
Da Veganzetta n° 2
www.veganzetta.org
Più volte ci è capitato di affrontare il discorso relativo all’identità dell’animalismo in Italia, e più volte siamo stati costretti a constatare che l’animalismo nel nostro paese nonostante i molti anni di lavoro, di attività e iniziative, non è riuscito ad elevarsi in alcun modo a movimento. I motivi sono numerosi ed in alcuni casi complessi, la ragione di fondo, però, è in estrema sintesi soltanto una: la mancanza assoluta di principi fondanti condivisi. Sebbene infatti l’animalismo come fenomeno sociale sia presente in Italia sin dalla fine degli anni ‘70, nonostante le numerose sigle, gruppi, associazioni, collettivi nati, estinti o tutt’ora presenti nel tentativo di perseguire in vario modo la difesa degli interessi degli Animali (ci limitiamo a dare questa descrizione molto sommaria e generica degli scopi a causa dell’eterogeneità della “galassia” animalista in oggetto), l’estrema diversità di posizioni, ovvero la diversità degli scopi finali, delle metodologie, delle strategie, non ha permesso sino ad oggi la trasformazione di un fenomeno sociale in un soggetto sociale coeso e forte. Per contro, la storia dell’animalismo italiano è costellata di screzi, lotte intestine, diatribe e veti incrociati che ne hanno in gran parte neutralizzato la diffusione sul territorio e l’efficacia dell’azione.
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Di seguito pubblico una proposta di introduzione all’antispecismo da considerarsi come stimolo per successive revisioni. Si attendono commenti, modifiche, critiche e proposte.
Revisione 1.1 della prima versione del 2007
(nrd: sono state recepite alcune osservazioni su violenza, democrazia ed antisemitismo)
10 gennaio 2008
“L’antispecismo è il movimento filosofico, politico e culturale che si oppone allo specismo. Come l’antirazzismo rifiuta la discriminazione arbitraria basata sulla diversità razziale umana, l’antispecismo respinge quella di specie e sostiene che la sola appartenenza biologica ad una specie diversa da quella umana non giustifica moralmente o eticamente il diritto di disporre della vita, della libertà e del lavoro di un essere senziente.
L’approccio antispecista ritiene – che le capacità di sentire (di provare sensazioni come piacere e dolore), di interagire con l’esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti sociali, non siano prerogative esclusive della specie umana;
– che l’attribuzione di tali capacità agli animali non umani comporti un cambiamento essenziale del loro status etico, da equiparare a quello normalmente riconosciuto agli individui umani;
– che da ciò debba conseguire una trasformazione profonda dei rapporti tra individui umani ed individui non umani.”
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