Minoranza nella minoranza: il veganismo radicale come antidoto alla normopatia

Un recente articolo pubblicato sul sito web dell’associazione The Vegan Society, illustra il risultato di un’indagine statistica condotta dalla stessa su un campione di persone umane vegane britanniche, a riguardo del loro atteggiamento sul cosiddetto “vaccino” contro il virus Covid-19.1 Il titolo dell’articolo tradotto in italiano è eloquente: “L’87% dei vegani del Regno Unito ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid-19” e in riferimento ai soggetti intervistati, si dichiara:

“Solo il 4% ha affermato di non essersi vaccinato e che non lo farà. Il motivo principale addotto da coloro che non vogliono vaccinarsi è la paura o la sfiducia sulla sicurezza del vaccino (58%). Il 35% vuole aspettare che vengano rese disponibili ulteriori informazioni e il 29% non crede che il vaccino funzioni. Il 23% di questo gruppo ha indicato ragioni etiche”.

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Vaccini, green pass, veganismo e antispecismo

Una persona umana che considera il veganismo e l’antispecismo come dei sistemi di principi morali di riferimento, durante la sua vita quotidiana si pone delle domande (lo fa di continuo a dire il vero) per comprendere se ciò che decide di fare o non fare, sia coerente con le sue idee. Questo approccio all’esistenza la porta a esprimere dubbi, a ricercare informazioni, a porsi in atteggiamento critico e a non accontentarsi di soluzioni facili, a comprendere i fatti della vita per farsi un’idea (per quanto possibile) di cosa essi possano rappresentare per la nostre e le altrui esistenze.
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Il veganismo ai tempi del Coronavirus

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Da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il nuovo Coronavirus (Covid-19 o SARS-CoV-2) una pandemia, in pratica non esiste un continente che non sia stato interessato dalla sua presenza. Con il crescere del contagio, sono cresciute le emergenze sanitarie e diminuite le libertà individuali e collettive, fino a giungere a situazioni giustamente paragonate agli scenari immaginati nei romanzi distopici di Orwell, Huxley o Bradbury. I media fanno a gara nello snocciolare dati, tendenze, curve ascendenti e discendenti di contagi, raggiungimento di picchi ed elenchi di decessi; scienziati e esperti nelle più svariate discipline si affannano a fornire pareri su come uscire (più o meno indenni) dalla pandemia, su come dovremmo condurre gli interventi necessari a contrastarla e le modalità per convivere con il virus. Tutti si concentrano sul come arginare il dilagare di Covid-19, nessuno o quasi si interroga sul perché questo virus abbia colpito così duramente la nostra specie: ora non c’è tempo, dopo non ci sarà più la voglia di farlo.

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Veganismo e consumismo: un’intervista

Un’intervista sul tema “veganismo e consumismo” che ho rilasciato al Collettivo Tana Liberi Tutti che ringrazio di cuore.


Vista l’esplosione del veganismo di consumo (o da supermarket) e il proliferare di associazioni vegane di ogni sorta, abbiamo posto alcune domande ad Adriano Fragano, che questi temi li ha affrontati nei suoi libri.
Buona lettura!

1. In questi ultimi anni abbiamo assistito a una crescente attenzione del mercato per i vegani, con conseguente offerta di prodotti vegani confezionati e soluzioni ‘rapide’ da supermarket. Parallelamente, specie su alcuni gruppi social, la comunicazione su questi prodotti sembra prevalere sulla trattazione di temi inerenti gli aspetti etici del veganismo e, in generale, su ogni tipo di approfondimento critico. Uno scenario che avevi prefigurato in Disobbedienza Vegana. Che ne pensi?

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Come fare un sacco di soldi con la rivoluzione vegana

millionaire settembre rivoluzione vegana - Come fare un sacco di soldi con la rivoluzione vegana

 

Fonte Veganzetta


La copertina del numero di settembre 2014 della rivista mensile di business Millionarie propone una ragazza bionda, sorridente e nuda, con il corpo completamente dipinto a mo’ di globo terracqueo, e con un cartello che le copre il bacino. Si potrebbe pensare alla solita trovata pubblicitaria sessista che usa il corpo delle donne per attirare l’attenzione (e lo è infatti), ma questa volta c’è anche un elemento in più che vale la pena analizzare: il cartello riposta in inglese la scritta “salva la Terra: diventa vegan“.
Che succede? Uno dei più famosi mensili italiani di business che si occupa di idee e risorse per lanciare nuove attività produttive, commerciali e speculative, si è trasformato in un opuscolo informativo sul veganismo? Nulla di tutto ciò.

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