Liberación animal más allá del veganismo

liberacio animal mas alla del veganismo - Liberación animal más allá del veganismo

 

Roberto Lemes ha scritto un libro edito da Dskntrl ediciones di Barcellona semplice e agile su una questione che sta divenendo sempre più di attualità: l’esplosione del veganismo che diviene sempre più fenomeno di massa, e i rapporti tra le persone vegane e il consumismo della società capitalistica.
Uscito da un ambito di nicchia, il veganismo rischia di perdere la propria portata rivoluzionaria originaria, a tutto vantaggio delle leggi di mercato e delle logiche capitalistiche, Lemes fornisce in quattro capitoli una serie di spunti di riflessione utili all’avvio di un dibattito.
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Quando si parla di liberazioni

Fonte Veganzetta


calamaro - Quando si parla di liberazioni

Illustrazione di Emy Guerra per Veganzetta

Quando si parla di liberazioni, immediatamente viene in mente l’azione diretta volta a sottrarre gli Animali dai tanti Lager in cui sono rinchiusi, salvandoli così da una (non) esistenza in gabbia trascorsa tra privazioni e maltrattamenti, nell’attesa dell’uccisione per essere trasformati in “prodotti”.

Sono tante le maniere in cui si può mettere in atto una liberazione di questo tipo, ed è importante distinguerne le diverse modalità – principalmente a volto scoperto o coperto – poiché ognuna risponde a strategie diverse e mira a raggiungere obiettivi specifici; soddisfacendo, sempre, la finalità precipua di restituire agli Animali la dignità ed esistenza di cui sono stati privati, talvolta alcune liberazioni riescono a trascendere la contingenza dell’atto stesso, inserendosi e configurandosi entro una più complessa prospettiva d’azione a lungo termine. In questo modo una liberazione non mira “soltanto” (le virgolette sono d’obbligo perché quando si parla di salvare una vita non è mai un “soltanto” ed è sempre un gesto di incalcolabile valore: di fatto il valore di una vita non è misurabile) a salvare alcune vite, ma apre scenari inediti di una diversa considerazione dell’Animale, per un momento sottratto alla finzione di una realtà che solo lo reifica e degrada, per restituirgli la sua preziosa, unica individualità.

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Dalle Hawaii a Rimini: i colpi di coda del Movimento di liberazione

undersea railroad - Dalle Hawaii a Rimini: i colpi di coda del Movimento di liberazione

Fonte Veganzetta


Logo “Undersea railroad” creato in supporto dei due liberatori


Seguendo i recenti fatti relativi alla protesta contro il delfinario di Rimini, non si può non segnalare come uno dei casi più eclatanti di liberazione animale, che possa essere considerato il capostipite delle liberazioni a seguire, riguardava proprio dei Delfini.
Nella notte del 29 maggio 1977, Kenneth Le Vasseur e Steven Sipman, due tecnici di laboratorio di Biologia Marina dell’Università delle Hawaii a Kewalo, imbracarono due Delfini segregati nelle vasche di cemento, li sollevarono e li trasportarono faticosamente con barelle su un furgone imbottito di gommapiuma, per raggiungere il Pacifico ad un’ora di strada e finalmente liberarli in mare prima del sorgere del sole.
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Il processo contro Green Hill comincia

Fonte Veganzetta


Domani 23 giugno 2014 presso il Tribunale di Brescia si apre il processo contro Green Hill.
I quattro imputati sono accusati di maltrattamento e uccisione ingiustificata di Animali. I fatti si riferiscono alle condizioni di detenzione e a un centinaio di cuccioli trovati morti per congelamento all’interno del lager di Green Hill a Montichiari.
Come antispecisti non possiamo aspettarci nessun tipo di giustizia all’interno di un’aula di tribunale.
All’interno di quel lager sono nati e reclusi migliaia di Animali non umani, poi deportati all’interno di altre strutture lager dove venivano sistematicamente seviziati, torturati e successivamente uccisi, dopo essere stati sfruttati nei modi più disumani che la nostra specie (unica capace di tanta crudeltà) impone loro.
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Reclus: la strage degli animali prepara guerra e genocidio

Fonte: Libre – associazione di idee


Si illude, chi crede che macellare un vitello sia poi tanto diverso dal massacrare un cristiano: e non capisce che l’assuefazione alla strage quotidiana degli animali ci “prepara” all’indifferenza verso l’omicidio, la guerra, il genocidio. Parola di Elisée Reclus, anarchico francese e geografo nonché vegetariano militante: aveva, per l’epoca, idee molto progressiste riguardo ai diritti degli animali. Servendo come membro della milizia, partecipò attivamente alla rivolta che diede vita alla mitica Comune di Parigi del 1871, storica ribellione della classe operaia che lo stesso Marx definì «il presagio glorioso di una nuova società». Dopo la sua cattura da parte delle forze governative, Reclus venne inizialmente deportato in Nuova Caledonia, remoto arcipelago al largo delle coste dell’Australia. Ma grazie all’intervento dei suoi sostenitori, che secondo alcune fonti includevano anche Charles Darwin, una nuova sentenza ridusse la distanza del confino, permettendogli di vivere in Svizzera.

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Comunicato Coordinamento Fermare Green Hill: “Processo contro chi ha liberato i beagle di Green Hill”

Fonte: Coordinamento Fermare Green Hill


Processo contro chi ha liberato i beagle di Green Hill

Il 28 aprile 2012 ha segnato la storia del movimento animalista italiano e non solo.

Quel giorno incredibile sono stati liberati, in pieno giorno, 70 beagle da Green Hill, il tristemente famoso allevamento di cani destinati alla vivisezione.
Una liberazione avvenuta in pieno giorno, decine di persone scavalcavano la recinzione per portare in salvo quei cani.

Lunedì 26 maggio si terrà una delle ultime udienze del processo contro le 13 persone arrestate quel giorno.
In questo momento così importante cogliamo l’occasione per rivendicare fino in fondo la giustizia di quell’azione straordinaria. Quanto accadde non fu un caso. Ma qualcosa che doveva accadere proprio in quel momento, all’apice della campagna “Altrimenti ci arrabbiamo” che avevamo lanciato il mese precedente. Era il momento perfetto, con tutta Italia a sostegno della nostra campagna e inorridita da quel lager.
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