Siamo tutti Eichmann

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Alcune riflessioni in occasione del Giorno della Memoria

“ (…) Eichmann non capì mai quello che stava facendo. E non era uno stupido, era semplicemente senza idee, una cosa molto diversa dalla stupidità. E proprio quella mancanza di idee lo predisponeva a diventare uno dei maggiori criminali del suo tempo, perché la mancanza di idee, la lontananza dalla realtà, possono essere molto più pericolose di tutti quegli istinti malvagi che si crede siano innati nell’uomo. È stata questa la lezione del processo di Gerusalemme”.

Hannah Arendt, La banalità del male

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Filo spinato e sorveglianza

cobweb 2803327 640 - Filo spinato e sorveglianza

 

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In occasione della ricorrenza del Giorno della Memoria (il 27 gennaio) in cui si commemorano le vittime dell’Olocausto, è utile ricordare che l’origine etimologica del termine deriva dal greco antico e significando “bruciato interamente” indicava il rogo del corpo delle vittime animali immolate in onore di una divinità. Come quasi sempre accade l’origine della sofferenza umana trae origine o “ispirazione” dalla sofferenza non umana.
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Ripugnante materia e vittime sacrificali: due pensieri

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Primo pensiero
La Giornata della memoria istituita in ricordo delle vittime delle persecuzioni naziste, è stata quest’anno turbata dalla notizia dell’invio di tre pacchi anonimi, contenenti  ciascuno una testa mozzata di Maiale, alla Sinagoga di Roma, e ad altri luoghi della comunità ebraica romana. Un’offesa, per i credenti ebrei, accompagnata anche dalla comparsa di scritte razziste su alcuni muri della capitale. Le istituzioni – giustamente – si sono mobilitate per condannare con fermezza l’accaduto, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto di più. Nel corso della cerimonia ufficiale dedicata alla Giornata della memoria svoltasi al Quirinale, e da lui presieduta, ha affermato testualmente:

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Il Giorno della Memoria: riflessioni di alcuni perseguitati

pig 4828034 640 - Il Giorno della Memoria: riflessioni di alcuni perseguitati

 

Gentilissime/i,

il prossimo 27 Gennaio, per il quattordicesimo anno si celebra il Giorno della Memoria, una ricorrenza ancora troppo giovane per dirsi consolidata, soprattutto a fronte delle frequenti dimostrazioni di odio razziale, talvolta accompagnate dalla nascita di partiti e movimenti ispirati al nazifascismo.

Chiunque di noi, almeno negli anni della scuola, ha studiato o letto qualcosa sulla Shoa ma niente è più istruttivo delle testimonianze dirette delle vittime e dei sopravvissuti che ci offrono un quadro incredibilmente drammatico del dolore che la storia ha loro riservato, a ognuno il suo, da accomunare in un dolore universale.

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L’analogia oscena: Olocausto e animali, Isaac Singer e Primo Levi

Fonte: www.animalismoevegetarianesimo.com/2011/09/lanalogia-oscena-olocausto-e-animali.html


L’analogia oscena (come la definisce Enrico Donaggio in un suo saggio) è un parallelismo forte, violento.
Consiste nell’accostare i moderni allevamenti industriali a dei lager, l’opera di sterminio animale nella contemporaneità a quella perpetrata settant’anni fa dalla Germania hitleriana.

È un nodo scottante, che diversi autori hanno però trattato con attenzione e senza peli sulla lingua (Isaac Singer, Coetzee, Charles Patterson in Un’eterna Treblinka).
Chiariamo subito che l’analogia oscena può essere considerata un qualcosa di stupido e provocatorio solo se il suo concetto fondante viene fraintesto, se la sua intenzione viene fraintesa.

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