Veganzetta pubblica la traduzione autorizzata in italiano di un altro storico e importante testo del prof. Richard D. Ryder, pubblicato per la prima volta sulla rivista Between the Species nel 2002.
L’argomento è il “painismo”, una teoria sviluppata da Ryder quasi del tutto sconosciuta in Italia, con poche eccezioni tra le quali il libro “Manifesto Antispecista. Teoria, strategia, etica e utopia per una nuova società libera” in cui se ne fa cenno (vedi anche qui) , e ovviamente Veganzetta.
richard ryder
Nuova edizione del Manifesto Antispecista: un’intervista
Il Collettivo antispecista Tana Liberi Tutti mi ha inviato una serie di domande alle quali ho risposto con piacere e che vi propongo per la lettura.
Un grazie di cuore al Collettivo.
Adriano Fragano
Domanda 1. Novità. Innanzitutto ci racconti cosa c’è di nuovo nella nuova edizione del libro e perché hai sentito l’esigenza di aggiornarlo?
Risposta: La nuova edizione del libro è la quindicesima, dunque l’ultima di una lunga serie di edizioni cominciata nel 2007, anno in cui avviai il progetto del Manifesto Antispecista. Ho sentito l’esigenza di pubblicarla perché mi sono reso conto di quanto sia opportuno chiarire ogni singolo concetto proposto, nel tentativo di non lasciare nulla o quasi di inespresso o di sottinteso, dando adito a possibili fraintendimenti. Il progetto del Manifesto Antispecista è sempre stato caratterizzato da un continuo lavoro di limatura del testo alla ricerca della miglior sintesi possibile. Oltre a ciò il libro necessitava di un aggiornamento anche in relazione ad alcuni recenti sviluppi teorici in campo antispecista. Dunque sebbene molte sue parti a prima vista possano sembrare poco cambiate, c’è stata in realtà una riorganizzazione e sistemazione dei contenuti, quindi un cambiamento nella forma improntato ad una maggiore chiarezza espositiva, oltre a diverse modifiche nella sostanza. Continua a leggere
La scoperta dell’acqua calda: la psicologia dello specismo
Laura Matilde Mannino traduce per Peacelink un testo pubblicato dallo psicologo Lucius Caviola a proposito di una sua recente ricerca, che dimostra come lo specismo sia effettivamente un costrutto psicologico e che ha affinità con altre forme di pregiudizio intraumane.
Di seguito il link al testo tradotto, è possibile infine leggere alcune riflessioni su queste ricerche che si potrebbero tranquillamente definire come “la scoperta dell’acqua calda“.
Continua a leggere
Lo scoglio antropocentrico
Il rapporto tra antispecismo e anarchismo è complesso e contraddistinto da sentimenti di amore e odio. Fortunatamente ci sono punti di contatto e realtà (fisiche e virtuali) grazie alle quali un confronto costruttivo è possibile e avviato. Una di queste è Umanità Nova la storica testata anarchica che da qualche tempo sta dando spazio ad articoli a tema antispecista.
Segnalo un mio contributo pubblicato sul numero 27 anno 97.
Continua a leggere
La “patria potestà” del concetto di antispecismo
Si è concluso di recente il tour italiano di Peter Singer per la presentazione del suo nuovo libro “La cosa migliore che tu puoi fare. Cos’è l’altruismo efficace” edizioni Sonda. Il tour ha toccato città come Torino e Milano e rappresenta il ritorno in Italia del famoso filosofo dopo circa vent’anni.
Molti sono stati i titoli dei giornali dedicati all’evento (fortunatamente), molte le notizie riportate, alcune delle quali riguardanti l’antispecismo e purtroppo inesatte; proprio per tale ragione può essere utile fornire delle informazioni in merito.
Peter Singer è un filosofo australiano utilitarista, un saggista, un docente universitario di bioetica ed è noto al grande pubblico per il libro “Liberazione animale” pubblicato per la prima volta nel 1975 e considerato un classico del pensiero liberazionista mondiale, ma non è – come si è scritto in molti giornali – il padre dell’antispecismo, ed è un errore scrivere – come ha fatto la rubrica del Corriere della Sera Veggoanch’io (sì, tu sì) – che “Proprio a Singer è attribuita infatti la patria potestà del concetto di antispecismo“.
Le balle dei giornalisti su Peter Singer
«Se un bambino nasce con una massiccia emorragia cerebrale significa che resterà così gravemente disabile che in caso di sopravvivenza non sarà mai in grado nemmeno di riconoscere sua madre, non sarà in grado di interagire con nessun altro essere umano, se ne starà semplicemente sdraiato lì sul letto e potrà essere nutrito, ma questo è quel che avverrà, i dottori staccheranno il respiratore che tiene in vita il bambino. Non so se essi siano influenzati dalla necessità di ridurre i costi. Probabilmente sono influenzati semplicemente dal fatto che per i genitori quello sarà un fardello terribile, e per il figlio non ci sarà alcuna qualità della vita. Quindi stiamo già compiendo dei passi che portano alla terminazione consapevole e intenzionale della vita dei bambini gravemente disabili».