Irruzione specista contro Cuori Liberi

Di seguito propongo un mio articolo pubblicato sul settimanale anarchico Umanità Nova (n.29, anno 103 del 08/10/23). Ringrazio la Redazione del giornale per l’interesse e lo spazio concesso.


Irruzione specista contro Cuori Liberi

All’alba di mercoledì 20 settembre a Sairano di Zinasco (Pavia) nel rifugio per animali non umani cosiddetti “da reddito” del Progetto Cuori Liberi, si è consumata una tragedia destinata a lasciare una profonda cicatrice nella memoria collettiva del mondo antispecista italiano. Numerosi agenti di Polizia e Carabinieri in assetto antisommossa sono entrati con la forza all’interno del rifugio devastandolo. Lo scopo era quello di permettere al personale della Polizia Locale e veterinario dell’ATS (Agenzia di Tutela della Salute) di eseguire l’ordinanza emanata dalla Regione Lombardia che prevedeva l’abbattimento di tutti i maiali presenti nella struttura, in quanto il luogo risultava colpito dal virus della PSA (Peste Suina Africana). Nove maiali, tutti assolutamente sani, hanno così perso la vita.
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Lo scoglio antropocentrico

cliffs 5547648 1280 - Lo scoglio antropocentrico

Il rapporto tra antispecismo e anarchismo è complesso e contraddistinto da sentimenti di amore e odio. Fortunatamente ci sono punti di contatto e realtà (fisiche e virtuali) grazie alle quali un confronto costruttivo è possibile e avviato. Una di queste è Umanità Nova la storica testata anarchica che da qualche tempo sta dando spazio ad articoli a tema antispecista.
Segnalo un mio contributo pubblicato sul numero 27 anno 97.
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Sono anarchico, dunque antispecista

Su Umanità Nova si parla di anarchismo e antispecismo.


Fonte: www.umanitanova.org/2017/01/29/sono-anarchico-dunque-antispecista


Ho già avuto modo di parlare del rapporto tra anarchismo e antispecismo (vedi “Anarchismo e antispecismo: un nesso inscindibile” in A-Rivista Anarchica, anno 45 n. 403, dicembre 2015 gennaio 2016), e con quest’altro intervento vorrei cercare di approfondire maggiormente la questione. Innanzitutto va detto che non si vuole in alcun modo andare a riprendere le teorie e gli scritti dei pensatori anarchici che, per quanto importanti e fondamentali essi siano, non sono in questo ambito di irrinunciabile menzione. Voglio dire che la questione antispecista non deve andare a cercare legittimazione attraverso ciò che i filosofi libertari hanno scritto e diffuso ma, a prescindere dalle loro teorie, la corrente antispecista deve rappresentare una nuova visione della società libertaria per cui si lotta, e una nuova pratica del quotidiano.
In ciò che ho già avuto modo di scrivere, affermo che seppur non voglio ricoprire il ruolo di giudice che sentenzia chi è l’anarchico e l’anarchica, personalmente ritengo che, secondo il mio modo di intendere la teoria libertaria, l’antispecismo ne è una componente non solo importante, ma necessaria e imprescindibile. Ed è proprio da qui che vorrei ripartire. Anarchismo e antispecismo, ad oggi, rappresentano due teorie diverse, seppur con basi sottostanti comuni e a volte indistinguibili. Ciò che differenzia la prima teoria dalla seconda è il fine ultimo: se l’anarchismo classico si limita a prevedere la libertà, intendendo questa parola nell’accezione più estensiva possibile, e quindi la libertà dal dominio e dalle gerarchie (politico-sociali-economiche), solo in riferimento all’emancipazione umana, l’antispecismo intende estendere quella stessa libertà anche nei confronti di tutte le altre specie animali di qualsiasi appartenenza, liberando dunque i rapporti sociali, intra e interspecifici, dalle maglie del nesso disposizione-subordinazione.
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