Fonte Veganzetta
Illustrazione di Emy Guerra per Veganzetta
Quando si parla di liberazioni, immediatamente viene in mente l’azione diretta volta a sottrarre gli Animali dai tanti Lager in cui sono rinchiusi, salvandoli così da una (non) esistenza in gabbia trascorsa tra privazioni e maltrattamenti, nell’attesa dell’uccisione per essere trasformati in “prodotti”.
Sono tante le maniere in cui si può mettere in atto una liberazione di questo tipo, ed è importante distinguerne le diverse modalità – principalmente a volto scoperto o coperto – poiché ognuna risponde a strategie diverse e mira a raggiungere obiettivi specifici; soddisfacendo, sempre, la finalità precipua di restituire agli Animali la dignità ed esistenza di cui sono stati privati, talvolta alcune liberazioni riescono a trascendere la contingenza dell’atto stesso, inserendosi e configurandosi entro una più complessa prospettiva d’azione a lungo termine. In questo modo una liberazione non mira “soltanto” (le virgolette sono d’obbligo perché quando si parla di salvare una vita non è mai un “soltanto” ed è sempre un gesto di incalcolabile valore: di fatto il valore di una vita non è misurabile) a salvare alcune vite, ma apre scenari inediti di una diversa considerazione dell’Animale, per un momento sottratto alla finzione di una realtà che solo lo reifica e degrada, per restituirgli la sua preziosa, unica individualità.